Silly aveva fatto una lunga cavalcata dalla città fino alla Rocca di Colorno sotto un sole ferino, ma sapeva che ne sarebbe valsa la pena.
Timidamente la ragazza, fece il suo ingresso in quell'androne immenso, riccamente affrescato, signorilmente rifinito, e per un momento le mancò la presenza rassicurante di Tagete, il suo stallone, che in quel momento si rifocillava nelle abili mani degli stallieri del castello... Si sentiva un pochino fuori posto, ma il Conte e la Contessa erano stati molto gentili con lei permettendole di iscriversi all'Accademia delle Belle Arti, e Silly era impaziente di iniziare, di provare, di sporcarsi di colore fino alla punta dei riccioli capelli.
Non aveva mai preso in mano un pennello in vita sua, sapeva cavalcare, cucinare, tirare con l'arco, ma dipingere, scolpire... Quello no. I segreti di quelle nobili arti erano per lei un terreno totalmente inesplorato, quindi si fece coraggio, drizzò la schiena, alzò la testa, si sistemò alla meglio gli abiti ed attese che qualcuno arrivasse per indicarle dove recarsi.
Temeva che, se avesse alzato la voce per chiamare qualcuno, quelle sale così eleganti, sarebbero potute crollare su loro stesse, come fossero di cristallo.