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 I Famigliari: Enrico Connor de Jourdonnais

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Enrico Connor

Enrico Connor


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Località : Venezia

I Famigliari: Enrico Connor de Jourdonnais Empty
MessaggioTitolo: I Famigliari: Enrico Connor de Jourdonnais   I Famigliari: Enrico Connor de Jourdonnais Icon_minitimeDom Lug 25, 2010 4:22 pm

Franco Guglielmo Hohenzollern conobbe Maria Clara Mocenigo a Chioggia, durante un viaggio nella serenissima repubblica di Venezia. Enrico Connor nacque alle prime luci del sesto giorno del quarto mese dell'anno domini millequattrocentotrentanovesimo, dall'unione tra questi due. Il padre era un funzionario presso la corte imperiale, mentre la madre era una nobildonna veneziana. Al padre, inoltre, venne affidato il comando dell'esercito imperiale e, proprio per tali impegni, era assente per molto tempo da casa. In seguito ad uno scontro avvenuto a Stoccarda tra l'esercito imperiale e alcuni rivoltosi, Franco Guglielmo perse la vita qualche mese dopo la nascita del secondo figlio, da lui mai conosciuto. La madre cercò di crescere i suoi due figli nel migliore dei modi, ma una malattia terribile la colpì l'anno seguente portandola alla morte. All'età di dodici anni, dunque, Enrico Connor fu costretto ad abbandonare Venezia e si diresse verso la casa degli zii, presso Portogruaro.
Qui visse fino al suo diciasettesimo anno, in cui morirono anche gli zii, unici parenti viventi che gli rimanevano. Disperato, decise di recarsi assieme al fratello verso il Ducato di Milano in cerca di fortuna. A un miglio da Piacenza, però, i due giovani vennero assaliti da dei briganti: Enrico, deciso ad affrontarli, obbligò il fratello a scappare coprendogli le spalle. Da solo contro tre briganti, riuscì a resistere per alcuni minuti, dopodichè fu bastonato duramente, tanto chè venne creduto morto. Il fratello riuscì a scappare, ma di lui non si seppe più nulla. Si risvegliò qualche mese dopo, a Piacenza, in una calda giornata di settembre. Poichè si recava con frequenza in taverna e, per un po' di mesi, fu molto attaccato alla bottiglia per non ricordare le sofferenze passate, Enrico Connor venne conosciuto da tutti con il nome di Onto, anche se dopo qualche mese smise di ubriacarsi ogni sera. A Piacenza conobbe molte persone e, sentendosi di nuovo felice in quel luogo, decise di trasferirvisi. Inizialmente acquistò un piccolo orto, in seguito riuscì ad aprire una bottega di tessitura e a comprarsi una barca. L'ottavo giorno del decimo mese dell'anno domini millequattrocentocinquantaseiesimo ricevette il sacramento del battesimo, avvenuto per mano di padre Sir Gordon Bridge, in visita a Piacenza. Il secondo giorno del mese successivo, Enrico entro a far parte della milizia ducale, prestando giuramento dinanzi al capitano Tancredi. Dopo qualche mese, avendo scoperto che il fratello era diventato un brigante molto temuto in Baviera, decise di non voler più cercare gli ultimi frammenti esistenti del suo passato. Nel primo mese dell'anno seguente, Enrico partecipò a una spedizione per conto del comune piacentino, la quale lo fece arrivare sino al delta del Rodano, attraversando tutta la Provenza.
Nel quinto mese del millequattrocentocinquantasettesimo anno, Enrico si arruolò presso l'armata Ubrys , guidata da Polimnia, in quel di Lodi.
Passando per Piacenza, ne approfittò per farsi forgiare una spada, chiamata Artemide, dal suo fabbro di fiducia. Giunto a Parma, restò fino alla fine della guerra, ottenendo anche una promozione a capolancia. In quei mesi entrò anche nella vita politica del ducato, iscrivendosi al partito politico Agorà. A Parma conobbe la sua prima ragazza, Kikirina, che lasciò qualche mese dopo per Tonietta, una dama piacentina conosciuta ad una festa. Da lei ebbe anche il suo primo figlio, Mattiachitarrista, destinato a morire assieme alla madre poco tempo dopo, a causa di una rara malattia orientale, condannando così Enrico ad una triste e sofferta solitudine. Enrico, disperato, decise di ritirarsi in convento, dove rimase fino al settimo mese dell'anno millequattrocentocinquantottesimo. Il periodo trascorso in convento insegnò molto a Enrico: le conversazioni con i monaci e la possibilità di accedere alla biblioteca del convento portarono il giovane a contatto con la cultura greco-romana e italica. La sete di canoscenza e l'amore per l'arte ricucirono le ferite del suo passato, e nei primi giorni di Luglio Enrico decise di tornare a casa per ricominciare una nuova vita. La settimana seguente la sua uscita dal convento, venne adottato da Corinne de Jourdonnais Sforza e da Tancredi dei Rossi e dopo tanto tempo, finalmente, Enrico non si sentì più solo.


Gdr off:
é una bozza, devo ancora completare e modificare certe parti.
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