CASTELLO DI TORRECHIARASituato nel cuore della Contea di Fidenza, nella Baronia di Langhirano lungo la via francigena che costeggia le rive del Taro che conduce a Langhirano e quindi a Fornovo. Il Castello è stato costruito da Pier Maria Rossi per la sua amante ma alla sua morte, il titolo, feudi e il castello vengono perduti.
Tancredi riuscirà a riprendere il titolo e buona parte delle terre dei Rossi e compreso il Castello di Torrechiara che diverrà sede del potere rossiano.
Nel giugno del 1458, la proprietà del castello di Torrechiara e della baronia passa a Cangrande dei Rossi, figlio del Conte, nominato Barone e vassallo del padre e rinuncia alla Signoria di Langhirano in modo da poterla affidare nuovamente alla sorella Jolene.
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Il Castello è difeso da tre cerchia di mura e da quattro torri angolari, del Leone, del Giglio, di San Nicomede e quella di sud-est (una delle quali ha un possente sopralzo che le conferiscono quasi la prerogativa di mastio) che ne attestano la funzione difensiva, mentre la destinazione residenziale è provata dalla ricchezza degli affreschi a "grottesche" di Cesare Baglione e da una serie di splendide stanze riccamente affrescate.
La Camera d'Oro è la camera nuziale ma le si attribuisce anche la funzione di cancelleria del castello ed è certamente la stanza più ricca. Gli affreschi sono di Benedetto Bembo, che affrescò una figura femminile (Bianca Pellegrini, amante di Pier Maria Rossi) in abiti da pellegrina, che percorre tutte le proprietà del suo amante, rappresentate con grande cura di particolari (nelle vele i possedimenti montani, nelle lunette quelli di collina e pianura).
Camera d'OroLa Sala della Vittoria che è affrescata al centro della volta in uno squarcio di cielo. Le altre raffigurazioni sono strutturate entro motivi architettonici collegati da festoni.
La Sala degli Angeli con al centro della volta, l'arma degli Sforza, e alle vele angeli che si affacciano da balaustre. Nelle lunette, uccelli con stemmi degli Sforza di S.Fiora e famiglie collegate.
Il Salone dei Giocolieri, caratterizzata da un affresco di Baglione nel quale dei nudi su leoni si prodigano in acrobatici esercizi fino a formare una specie di piramide umana. Notevole anche il fregio con scene di battaglia e figure femminili, inoltre sono presenti monocromi con architetture e grottesche su tutte le pareti.
La Sala del pergolato, anch’essa affrescata da Cesare Baglione : nella volta un pergolato e alle pareti figure femminili, a cui si sono sovrapposti paesaggi con uccelli vari.
La Sala dei paesaggi con decorazioni paesaggistiche entro ovali, con raffigurazioni di castelli e grottesche alle pareti.
La Sala di Giove sempre di Cesare Baglione con la figura di Zeus sulla volta e motivi a grottesche, putti, cartigli, architetture fantastiche.
Camera d'OroL'uso dei mattoni, rispetto alla pietra, influisce fortemente anche sulla forma dell'edificio stesso: per esempio, nella costruzione dei beccatelli (le mensole che sostengono il cammino di ronda,lasciando gli spazi per le caditoie), che la realizzazione in mattoni rende molto più lunghi e rastremati delle mensole di pietra usate in Francia o in Inghilterra. Salendo, via via al castello, è interessante notare i vari accorgimenti difensivi che permettevano di compartimentare l'edificio, come i ponti levatoi e gli ingressi protetti, e di moltiplicare le difese, come ad esempio le strade esposte al tiro delle mura che le sovrastano o i camminamenti sbarrabili e così via: quasi un'antologia delle tipiche difese di un castello medievale.
Ingresso al castelloPer renderlo sicuro, Pier Maria fece costruire tre cerchia di mura: la prima circondava la collina su cui esso sorgeva, la seconda il borgo, la terza il castello vero e proprio. Per oltrepassare ogni complesso di mura, ci si serviva di un ponte levatoio. La seconda cerchia di mura si apriva all’esterno tramite due ponti levatoi: uno più piccolo, per il passaggio pedonale, l’altro, più grande, per l’ingresso dei carri o dei cavalieri. Furono scavati due fossati: uno circondava il borgo, l’altro il castello: profondo, largo, privo d’acqua, perché un soldato impegnato a risalirne la ripida scarpate finiva con l’essere un bersaglio molto facile per le sentinelle che vegliavano dall’alto.
Vista dall'altoAnche le torri contribuivano a difendere il castello: ognuna di esse era corredata di feritoie, di caditoie, di merlature. Hanno una forma quadrata , come le antiche rocche medioevali. Sia l’orientamento che la posizione della rocca facevano sì che gli assalitori si trovassero il sole in faccia mentre i difensori alle spalle.
Le mura si impostano tutte su alte scarpe; ciò serviva a tenere lontano i nemici, a rendere più difficile la scalata, a resistere all’urto dei proiettili che le prime armi da fuoco lanciavano contro le mura stesse; inoltre, avevano la funzione di contrastare la spinta del retrostante terrapieno. Per aumentare la protezione dei soldati, lo spazio tra un merlo e l’ altro poteva essere chiuso con imposte di legno apribili a bilico, e dette ventiere, di cui si possono vedere gli occhielli di aggancio ai merli stessi.
Merita più di uno sguardo, dalle altane o dall'alto delle torri, il paesaggio intorno, di cui il castello domina visivamente tutte le vie di approccio.
Vista dalle mura sulla valle