Ansiosa di cominciare le sue lezioni da apprendista, desiderosa di imparare e conoscere cose nuove ma soprattutto, sbadata come al solito, una volta giunta alla Rocca non si fermò nemmeno un istante ad osservare l'ambiente.
Una volta arrivata lì, accompagnata gentilmente dal Conte Tancredi e dalla gentilissa consorte, dopo che gli stessi le avevano indicato le zone riservate ai principianti come lei, si buttò a capofitto sui volumi che contenevano gli appunti delle lezioni che il Conte aveva già tenuto prima del suo arrivo e non alzò il naso dagli scritti prima di essersi messa in pari con gli altri apprendisti.
Solo dopo qualche giorno, quando finalmente riuscì a padroneggiare - se per pura pietà vogliamo così definire la sua tecnica alquanto infantile- pennelli e matite ed avere la meglio sulle tele che sembravano volerle dichiarare battaglia ogni volta che si avvicinava, si prese un pò di tempo e, uscita dall'aula riservata agli apprendisti, dedicò un pò del suo tempo per gironzolare come una sfaticata, in attesa di riprendere il lavoro, decisa com'era a migliorare e a perfezionare ciò che finora aveva imparato.