In compagnia della sua adorata nonna Rosa, del suo compagno Vitruvio e del loro pargolo Ettore, Beatrice era da parecchi giorni in viaggio, oramai erano trascorse un paio di settimane da quando erano partiti tutti assieme allegramente da Ventimiglia con destinazione Fornovo.
Avevano bisogno di un bel viaggio, di distrazione; nella loro Repubblica il clima non era certo dei migliori e quelle continue lotte e scontri nelle piazze rendevano la vita per nulla serena.
Appena toccarono il suolo milanese, sostando ad Alessandria, Beatrice provò un forte senso di malinconia.
I ricordi venivano a galla e si facevano crudeli, abbracciò fortissimo sua nonna in cerca di affetto e consolazione.
Lì aveva avuto inizio la sua nuova vita, aveva visto suo padre convolare a nozze con la bellissima Eline, la sua maman, come adorava chiamarla, e aveva avuto la fortuna di conoscere quella che sarebbe stata la sua vera famiglia.
Proseguendo il viaggio ebbe modo di scoprire nuove città a lei finora ignote, era entusiasta e nonna faceva loro da Cicerone facendo conoscere le particolarità di quei luoghi.
Giungendo nei pressi di Parma, Rosa ricordò a Beatrice che vi era il Castello di Torrechiara e si offrì di accompagnarla al cospetto del suo bisnonno Tancredi e della sua adorabile moglie Corinne.
Beatrice non vedeva l'ora di incontrare i suoi famigliari, corse subito nella sua camera della locanda per scegliere l'abito migliore da poter indossare.
Si guardava alla specchio perplessa, quando notò che Vitruvio la ammirava, le sorrise e ammicandole confermò che le stava d'incanto.
Lungo il percorso non riusciva a stare ferma e zitta, sua nonna rideva nel vedere la nipotina così esagitata, le prese una mano per rassicurarla "Non hanno mai mangiato nessuno Stellina, forse qualche genovese, ma saranno felici di rivederti"
Beatrice aggrottò la fronte, guardò Rosa e intimorita disse: "Ma.. ma... ma io sono genoveseeee".
Rosa scoppiò in una risata "Eccoci, siamo arrivate".
Due colpi di batacchio e poco dopo la porta si aprì.
"Buongiorno Boemondo, bentrovato. Il Conte di Fidenza e Colorno e Consorte possono ricevere me e mia nipote?".
"Prego Madame Rosa, accomodatevi, vado ad annunciare il vostro arrivo e quello di .... " lasciando modo alla giovane dama di presentarsi.
Beatrice si fece avanti e sorridendo pronunciò il suo nome "Beatrice Lucrezia Sforza, la loro nipotina".